L’Unione Europea ricattata da Polonia ed Ungheria

Una ammissione incondizionata di paesi non abituati allo stato di diritto rischia di bloccare gli aiuti economici contro la pandemia in Europa. Se il problema è quello di non scegliere tra economia e salute, con tutto ciò che comporta, analogamente non di dovrebbe scegliere tra economia e diritto. Al contrario la strategia messa in campo dagli stati del Patto di Visegrad, sembra contraddire questo secondo assunto. La volontà di bloccare gli aiuti economici per i paesi più colpiti dal virus, se non in cambio di un allentamento  delle misure di monitoraggio sull’applicazione e sulla vigenza dello stato di diritto. Questa crisi nella sede delle istituzioni europee potrebbe portare effetti negativi, direttamente sugli stati coinvolti dalla pandemia, ma che non potrebbero poi non avere ripercussioni da una contrazione ancora maggiore dell’economia; occorre ricordare come le entrate che provengono dai contributi dell’Unione, siano un capitolo importante delle voci di bilancio degli stati che appartenevano al Patto di Varsavia. Appare chiaro come la strategia dei paesi orientali sia contraddistinta da un elemento di miopia politica e visione sul medio e lungo periodo. Nonostante questa evidenza le posizioni rigide degli esecutivi di Polonia ed Ungheria, in particolare, non sembrano presentare possibilità negoziali. A livello istituzionale lo scontro è tra Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione e le trattative stanno già rallentando la distribuzione dei fondi con le previsioni più ottimistiche che dicono che prima della fine di Ottobre l’accordo non potrà essere raggiunto, con la conseguenza diretta della possibilità di ritardare oltre il primo gennaio del prossimo anno l’entrata in vigore dei nuovi bilanci. Politicamente la posizione della Germania appare molto delicata, perché deve mediare tra le necessità dell’economia della zona euro e quelle dell’applicazione dello stato di diritto in tutto il territorio dell’Unione ed un cedimento di fronte ad un meccanismo difeso da Berlino significherebbe un indebolimento della leadership tedesca. Nel dialogo istituzionale entra anche la Commissione europea come mediatore tra Parlamento e Consiglio, ma i principali gruppi parlamentari, popolare, socialista, liberale e verde, condividono l’impegno di non approvare il piano finanziario fino a quando non ci sarà un accordo sul monitoraggio dell’applicazione dello stato di diritto. La partita dei fondi europei riguarda il fondo di recupero, che ha una dotazione di 750.000 milioni di euro. Si capisce come la minaccia della mancata ratifica in alcuni parlamenti di queste disposizioni sugli aiuti economici, senza una revisione del monitoraggio dello stato di diritto, rappresenti un ricatto che mette a rischio la sopravvivenza stessa dell’Europa; se non fosse per le ricadute finanziarie proprio su quei paesi restii ad approvarla, questa strategia potrebbe sembrare essere stata costruita come un piano apposito per determinare grossi problemi all’impianto istituzionale europeo. Bisogna ricordare come il Parlamento stia richiedendo che la possibilità del taglio dei fondi sia estesa oltre la cattiva gestione delle risorse, in modo da riguardare finalmente anche la violazione dei diritti fondamentali dell’Unione. Il Parlamento vede nell’attuale atteggiamento tedesco, qualificato come titubante, il principale ostacolo al raggiungimento di questo obiettivo, perché l’attività Germania come presidente di turno non sembra del tutto determinata a raggiungere il necessario consenso in Consiglio. Tuttavia, nonostante gli aspetti fortemente problematici della situazione, la cosa positiva è che si stia creando un clima che oltrepassa le buone intenzioni per assumere un carattere pratico e politico nelle istituzioni europee, per affermare l’importanza fondamentale dei principi fondativi dell’Europa. Ciò rappresenta un punto di partenza per chi vuole fare rispettare il diritto e non vuole arrendersi a soluzioni di compromesso in nome dell’economia. Per ora, però, la posizione tedesca si nota per una mancanza di determinazione che ne mette in dubbio le reali intenzioni di fronte agli interessi economici, con la sensazione di prediligere questi ultimi. La necessità di una presa di posizione forte e determinata da parte del maggiore azionista europeo è, invece, una necessità inderogabile all’interno dell’attuale dibattito, che non potrà non avere un risultato ancora più severo della semplice riduzione dei contributi, per arrivare fino all’espulsione di chi usa l’Europa solo per avere finanziamenti senza rispettare gli oneri nei confronti degli altri paesi ed il diritto al loro interno, perché ciò è incompatibile con la permanenza nelle istituzioni europee.

The judicial way is the most effective method against states that do not respect the principles of the European Union

the European Union is finally moving to sanction those states that deviate from the fundamental principles, which they themselves subscribed at the time of accession, of the common European home. This is a belated measure, carried out after years of provocations towards Brussels and all those countries that have made respect for the fundamental principles of the Union their distinctive feature within the supranational organization; however, it is also a beginning with a meaning that goes beyond the single sentence and serves as a warning and warning for other nations, which only intend to enjoy the advantages, especially economic ones, of belonging to the European Union. The Brussels strategy was that of the judicial route, despite the presence of the famous article 7 of the Union Treaty, which allows the suspension of the right to vote in the European institutions of the country that violates the fundamental values ​​of the EU included in article 2 of the Treaty. Against the application of this sanction, however, Hungary and Poland can count on the alliance of different states, which share with the two countries the economic interests deriving from belonging to the Union. For Brussels, therefore, the judicial route was an obligatory solution but which proved to be effective. Specifically, the action of the European Court of Justice was implemented against the Hungarian legislative measure which provided for the closure of a university with an ad hoc law. This was considered incompatible with Community law; the law of the government of Budapest was built specifically to ban the activity and expel the Central European University, present in Hungary since 1991, from the state territory. This university was established by the billionaire George Soros, of Hungarian origin and opposed by the parties and sovereign movements. The Court’s verdict accepted the European Commission’s appeal against the Hungarian law for violations of European rules on the freedom of institutions, failure to comply with the articles of the Charter of Fundamental Rights which enshrine the freedom to establish educational centers and the relative freedom of teaching and finally also the violation of the rules of the World Trade Organization on the free provision of services. The Court’s decision will allow the European Commission to formally request the Hungarian country to repeal or amend the disputed law, while eliminating the articles that led to the closure of the university; in the event that the government of Budapest does not follow the provisions of the Court, the Commission may present a new complaint with the aim of proposing heavy financial sanctions against Hungary. This case has an important significance for the European Commission because, specifically, it marks a method, which seems to be effective, against those countries that have undertaken the non-respect of rights as a method of government; moreover, the provisions of the Court had already stopped the judicial reform envisaged in Poland, which endangered the independence of the judiciary. If the judicial path has practical effects, it remains, however, bound to a legal procedure, which may have uncertain effects, i.e. for the moment it represents the best tool available, but it cannot completely replace an adequate political process, capable of regulating in a definitive and automatic way the non-respect of fundamental rights by authoritarian governments. Unfortunately, the Union is still conditioned by the need for the unanimity of the states: a system that conditions and blocks the decisions of the European parliament and slows down the action of the Commission, often called upon to make decisions that the contingency of times would require very fast. This approach should be overcome, also with a view to greater European integration, certainly paying for the loss of a share of the sovereignty of individual states; but, in the end, the crucial point is precisely that of the sovereignty of individual nations, an issue which, if not overcome, could block any progress towards greater integration. It appears the task of the European Parliament to proceed towards a reform that can release decisions and also sanctions in a majority manner in order to overcome the current logic that provides for the unanimity requirement, trusting that the majority of states will always be faithful to the constitutive principles of ‘European Union.

La vía judicial es el método más eficaz contra estados que no respetan los principios de la Unión Europea

La Unión Europea finalmente se está moviendo para sancionar a aquellos Estados que se desvíen de los principios fundamentales, que ellos mismos suscribieron en el momento de la adhesión, de la casa común europea. Se trata de una medida tardía, llevada a cabo tras años de provocaciones hacia Bruselas y todos aquellos países que han hecho del respeto de los principios fundamentales de la Unión su rasgo distintivo dentro de la organización supranacional; sin embargo, también es un comienzo con un significado que va más allá de la frase única y sirve de advertencia y advertencia para otras naciones, que solo pretenden disfrutar de las ventajas, especialmente económicas, de pertenecer a la Unión Europea. La estrategia de Bruselas fue la de la vía judicial, pese a la presencia del célebre artículo 7 del Tratado de la Unión, que permite la suspensión del derecho de voto en las instituciones europeas del país que atenta contra los valores fundamentales de la UE recogidos en el artículo 2 del Tratado. Contra la aplicación de esta sanción, sin embargo, Hungría y Polonia pueden contar con la alianza de diferentes estados, que comparten con los dos países los intereses económicos derivados de la pertenencia a la Unión. Para Bruselas, por tanto, la vía judicial era una solución obligada pero que resultó ser eficaz. En concreto, la acción del Tribunal de Justicia de las Comunidades Europeas se implementó contra la disposición legislativa húngara que preveía el cierre de una universidad con una ley ad hoc. Esto se consideró incompatible con el Derecho comunitario; la ley del gobierno de Budapest se construyó específicamente para prohibir la actividad y expulsar del territorio estatal a la Universidad Centroeuropea, presente en Hungría desde 1991. Esta universidad fue establecida por el multimillonario George Soros, de origen húngaro y con la oposición de los partidos y movimientos soberanos. El veredicto del Tribunal aceptó el recurso de la Comisión Europea contra la ley húngara por violaciones de las normas europeas sobre la libertad de las instituciones, incumplimiento de los artículos de la Carta de los Derechos Fundamentales que establecen la libertad para establecer centros educativos y la relativa libertad de enseñanza y finalmente también la violación de las normas de la Organización Mundial del Comercio sobre la libre prestación de servicios. La decisión del Tribunal permitirá a la Comisión Europea solicitar formalmente al país húngaro que derogue o modifique la ley en litigio, eliminando sin embargo los artículos que llevaron al cierre de la universidad; en caso de que el gobierno de Budapest no cumpla las disposiciones del Tribunal, la Comisión podrá presentar una nueva denuncia con el objetivo de proponer fuertes sanciones financieras contra Hungría. Este caso tiene una trascendencia importante para la Comisión Europea porque, en concreto, marca un método, que parece ser efectivo, contra aquellos países que han asumido el incumplimiento de los derechos como método de gobierno; además, las disposiciones de la Corte ya habían detenido la reforma judicial prevista en Polonia, que ponía en peligro la independencia del poder judicial. Si la vía judicial tiene efectos prácticos, permanece, sin embargo, vinculada a un procedimiento judicial, que puede tener efectos inciertos, es decir, por el momento representa el mejor instrumento disponible, pero no puede reemplazar completamente un proceso político adecuado, capaz de de manera definitiva y automática el incumplimiento de los derechos fundamentales por parte de gobiernos autoritarios. Lamentablemente, la Unión sigue estando condicionada por la necesidad de la unanimidad de los Estados: un sistema que condiciona y bloquea las decisiones del parlamento europeo y ralentiza la acción de la Comisión, muchas veces llamada a tomar decisiones que la contingencia de los tiempos requeriría muy rápido. Este enfoque debería superarse, también con miras a una mayor integración europea, pagando ciertamente la pérdida de una parte de la soberanía de los Estados individuales; pero, al final, el punto crucial es precisamente el de la soberanía de las naciones individuales, cuestión que, de no superarse, podría bloquear cualquier avance hacia una mayor integración. Parece que es tarea del Parlamento Europeo avanzar hacia una reforma que pueda liberar decisiones y también sanciones de forma mayoritaria para superar la lógica actual que prevé el requisito de unanimidad, confiando en que la mayoría de los Estados siempre serán fieles a los principios constitutivos de ‘Unión Europea.

Der gerichtliche Weg ist die effektivste Methode gegen Staaten, die die Grundsätze der Europäischen Union nicht respektieren

Die Europäische Union bemüht sich endlich, diejenigen Staaten zu sanktionieren, die von den Grundprinzipien der gemeinsamen europäischen Heimat abweichen, die sie selbst zum Zeitpunkt des Beitritts unterzeichnet haben. Dies ist eine verspätete Maßnahme, die nach Jahren der Provokationen gegenüber Brüssel und all jenen Ländern durchgeführt wurde, die die Grundprinzipien der Union als ihre Besonderheit innerhalb der supranationalen Organisation angesehen haben. Es ist jedoch auch ein Anfang mit einer Bedeutung, die über den einzelnen Satz hinausgeht und als Warnung und Warnung für andere Nationen dient, die nur die Vorteile, insbesondere die wirtschaftlichen, der Zugehörigkeit zur Europäischen Union genießen wollen. Die Brüsseler Strategie war die des Justizweges, obwohl der berühmte Artikel 7 des Unionsvertrags vorhanden war, der die Aussetzung des Wahlrechts in den europäischen Institutionen des Landes ermöglicht, das gegen die in Artikel 2 enthaltenen Grundwerte der EU verstößt des Vertrags. Gegen die Anwendung dieser Sanktion können Ungarn und Polen jedoch auf das Bündnis verschiedener Staaten zählen, die mit den beiden Ländern die wirtschaftlichen Interessen teilen, die sich aus der Zugehörigkeit zur Union ergeben. Für Brüssel war der Rechtsweg daher eine obligatorische Lösung, die sich jedoch als wirksam erwies. Insbesondere wurde die Klage des Europäischen Gerichtshofs gegen die ungarische Rechtsvorschrift umgesetzt, die die Schließung einer Universität mit einem Ad-hoc-Gesetz vorsah. Dies wurde als mit dem Gemeinschaftsrecht unvereinbar angesehen; Das Gesetz der Regierung von Budapest wurde speziell entwickelt, um die Aktivität zu verbieten und die seit 1991 in Ungarn bestehende mitteleuropäische Universität aus dem Staatsgebiet zu verbannen. Diese Universität wurde vom Milliardär George Soros ungarischer Herkunft gegründet und von den Parteien abgelehnt und souveräne Bewegungen. Das Urteil des Gerichtshofs akzeptierte die Berufung der Europäischen Kommission gegen das ungarische Recht wegen Verstößen gegen die europäischen Vorschriften über die Freiheit der Institutionen, die Nichteinhaltung der Artikel der Charta der Grundrechte, die die Freiheit der Einrichtung von Bildungszentren und die relative Freiheit von verankern Lehre und schließlich auch die Verletzung der Regeln der Welthandelsorganisation über die kostenlose Erbringung von Dienstleistungen. Die Entscheidung des Gerichtshofs wird es der Europäischen Kommission ermöglichen, das ungarische Land förmlich aufzufordern, das umstrittene Gesetz aufzuheben oder zu ändern, während die Artikel gestrichen werden, die zur Schließung der Universität geführt haben. Für den Fall, dass die Regierung von Budapest die Bestimmungen des Gerichtshofs nicht befolgt, kann die Kommission eine neue Beschwerde einreichen, um schwere finanzielle Sanktionen gegen Ungarn vorzuschlagen. Dieser Fall hat eine wichtige Bedeutung für die Europäische Kommission, da er insbesondere eine Methode darstellt, die gegen diejenigen Länder wirksam zu sein scheint, die die Nichteinhaltung von Rechten als Regierungsmethode begangen haben. Darüber hinaus hatten die Bestimmungen des Gerichtshofs die in Polen vorgesehene Justizreform bereits gestoppt, die die Unabhängigkeit der Justiz gefährdete. Wenn der Rechtsweg praktische Auswirkungen hat, bleibt er jedoch an ein rechtliches Verfahren gebunden, das ungewisse Auswirkungen haben kann, d. H. Im Moment stellt er das beste verfügbare Instrument dar, kann jedoch einen angemessenen politischen Prozess, der regulierbar ist, nicht vollständig ersetzen ein endgültiger und automatischer Weg die Nichteinhaltung der Grundrechte durch autoritäre Regierungen. Leider ist die Union immer noch von der Notwendigkeit der Einstimmigkeit der Staaten abhängig: Ein System, das die Entscheidungen des Europäischen Parlaments konditioniert und blockiert und das Handeln der Kommission verlangsamt, das häufig aufgefordert wird, Entscheidungen zu treffen, die die Kontingenz der Zeiten sehr schnell erfordern würde. Dieser Ansatz sollte überwunden werden, auch im Hinblick auf eine stärkere europäische Integration, wobei sicherlich der Verlust eines Teils der Souveränität einzelner Staaten bezahlt werden muss. Letztendlich ist jedoch genau der entscheidende Punkt die Souveränität der einzelnen Nationen, eine Frage, die, wenn sie nicht überwunden wird, jeden Fortschritt in Richtung einer stärkeren Integration blockieren könnte. Es scheint die Aufgabe des Europäischen Parlaments zu sein, eine Reform voranzutreiben, die Entscheidungen und auch Sanktionen mehrheitlich freigeben kann, um die derzeitige Logik zu überwinden, die das Erfordernis der Einstimmigkeit vorsieht, und darauf zu vertrauen, dass die Mehrheit der Staaten stets den konstitutiven Prinzipien von treu bleibt ‘Europäische Union.

La voie judiciaire est la méthode la plus efficace contre les États qui ne respectent pas les principes de l’Union européenne

l’Union européenne s’apprête enfin à sanctionner les États qui s’écartent des principes fondamentaux, auxquels ils ont eux-mêmes souscrit au moment de l’adhésion, de la maison européenne commune. Il s’agit d’une mesure tardive, menée après des années de provocations à l’encontre de Bruxelles et de tous les pays qui ont fait du respect des principes fondamentaux de l’Union leur trait distinctif au sein de l’organisation supranationale; mais c’est aussi un début avec un sens qui va au-delà de la seule phrase et sert d’avertissement et d’avertissement aux autres nations, qui n’entendent profiter que des avantages, notamment économiques, de l’appartenance à l’Union européenne. La stratégie bruxelloise était celle de la voie judiciaire, malgré la présence du fameux article 7 du Traité de l’Union, qui permet la suspension du droit de vote dans les institutions européennes du pays qui viole les valeurs fondamentales de l’UE inscrites à l’article 2 du Traité. Contre l’application de cette sanction, cependant, la Hongrie et la Pologne peuvent compter sur l’alliance d’Etats différents, qui partagent avec les deux pays les intérêts économiques découlant de l’appartenance à l’Union. Pour Bruxelles, la voie judiciaire était donc une solution obligatoire mais qui s’est avérée efficace. Plus précisément, l’action de la Cour européenne de justice a été mise en œuvre contre la mesure législative hongroise qui prévoyait la fermeture d’une université avec une loi ad hoc. Cela a été jugé incompatible avec le droit communautaire; la loi du gouvernement de Budapest a été édifiée spécifiquement pour interdire l’activité et expulser l’Université d’Europe centrale, présente en Hongrie depuis 1991, du territoire de l’État. Cette université a été créée par le milliardaire George Soros, d’origine hongroise et contrée par les parties et les mouvements souverains. Le verdict de la Cour a accueilli le recours de la Commission européenne contre la loi hongroise pour violation des règles européennes sur la liberté des institutions, non-respect des articles de la Charte des droits fondamentaux qui consacrent la liberté de créer des centres éducatifs et la liberté relative de l’enseignement et enfin aussi la violation des règles de l’Organisation mondiale du commerce sur la libre prestation de services. La décision de la Cour permettra à la Commission européenne de demander formellement au pays hongrois d’abroger ou de modifier la loi litigieuse, tout en supprimant les articles ayant conduit à la fermeture de l’institution universitaire; au cas où le gouvernement de Budapest ne respecterait pas les dispositions de la Cour, la Commission peut présenter une nouvelle plainte dans le but de proposer de lourdes sanctions financières contre la Hongrie. Cette affaire a une signification importante pour la Commission européenne car, précisément, elle marque une méthode, qui semble efficace, contre les pays qui ont entrepris le non-respect des droits comme méthode de gouvernement; de plus, les dispositions de la Cour avaient déjà mis un terme à la réforme judiciaire envisagée en Pologne, qui mettait en danger l’indépendance du pouvoir judiciaire. Si la voie judiciaire a des effets pratiques, elle reste cependant liée à une procédure judiciaire, qui peut avoir des effets incertains, c’est-à-dire qu’elle représente pour le moment le meilleur outil disponible, mais elle ne peut pas remplacer totalement un processus politique adéquat, capable de réguler en de manière définitive et automatique le non-respect des droits fondamentaux par les gouvernements autoritaires. Malheureusement, l’Union est encore conditionnée par la nécessité de l’unanimité des États: un système qui conditionne et bloque les décisions du Parlement européen et ralentit l’action de la Commission, souvent appelée à prendre très rapidement des décisions que l’impact du temps exigerait. Cette approche doit être surmontée, également dans la perspective d’une plus grande intégration européenne, payant certainement la perte d’une part de la souveraineté des États individuels; mais, en fin de compte, le point crucial est précisément celui de la souveraineté des nations individuelles, problème qui, s’il n’est pas surmonté, pourrait bloquer tout progrès vers une plus grande intégration. Il semble de la tâche du Parlement européen de procéder à une réforme qui puisse libérer les décisions et aussi sanctionner à la majorité afin de dépasser la logique actuelle qui prévoit l’exigence d’unanimité, en espérant que la majorité des États sera toujours fidèle aux principes constitutifs de ‘Union européenne.

A via judicial é o método mais eficaz contra Estados que não respeitam os princípios da União Europeia

a União Europeia avança finalmente no sentido de sancionar os Estados que se desviam dos princípios fundamentais, que eles próprios subscreveram no momento da adesão, da casa europeia comum. Trata-se de uma medida tardia, realizada depois de anos de provocações a Bruxelas e a todos os países que fizeram do respeito pelos princípios fundamentais da União o seu traço distintivo no seio da organização supranacional; mas é também um começo com um sentido que vai além da frase única e serve de alerta e alerta para outras nações, que pretendem apenas usufruir das vantagens, sobretudo económicas, de pertencer à União Europeia. A estratégia de Bruxelas foi a da via judicial, apesar da presença do famoso artigo 7º do Tratado da União, que permite a suspensão do direito de voto nas instituições europeias do país que viola os valores fundamentais da UE constantes do artigo 2º do Tratado. Contra a aplicação desta sanção, no entanto, Hungria e Polónia podem contar com a aliança de diferentes Estados, que partilham com os dois países os interesses económicos decorrentes da pertença à União. Para Bruxelas, portanto, a via judicial era uma solução obrigatória, mas que se revelou eficaz. Especificamente, a ação do Tribunal de Justiça Europeu foi executada contra a disposição legislativa húngara que previa o encerramento de uma universidade com uma lei ad hoc. Isto foi considerado incompatível com o direito comunitário; a lei do governo de Budapeste foi construída especificamente para proibir a atividade e expulsar do território estatal a Universidade da Europa Central, presente na Hungria desde 1991. Essa universidade foi fundada pelo bilionário George Soros, de origem húngara e oposição das partes e movimentos soberanos. O veredicto do Tribunal aceitou o recurso da Comissão Europeia contra a lei húngara por violações das regras europeias sobre a liberdade das instituições, incumprimento dos artigos da Carta dos Direitos Fundamentais que consagram a liberdade de estabelecer centros educativos e a liberdade relativa de ensino e, finalmente, também a violação das regras da Organização Mundial do Comércio sobre a livre prestação de serviços. A decisão do Tribunal permitirá à Comissão Europeia solicitar formalmente ao país húngaro que revogue ou altere a lei controvertida, ao mesmo tempo que elimina os artigos que conduziram ao encerramento da instituição universitária; caso o governo de Budapeste não cumpra as disposições do Tribunal, a Comissão pode apresentar uma nova queixa com o objetivo de propor pesadas sanções financeiras contra a Hungria. Este caso tem um significado importante para a Comissão Europeia porque, especificamente, marca um método, que parece ser eficaz, contra aqueles países que se comprometeram a violar os direitos como método de governo; além disso, as disposições do Tribunal já tinham impedido a reforma judicial prevista na Polónia, que punha em perigo a independência do poder judicial. Se a via judicial tem efeitos práticos, permanece, no entanto, vinculada a um processo judicial, que pode ter efeitos incertos, ou seja, representa por enquanto o melhor instrumento disponível, mas não pode substituir totalmente um processo político adequado, capaz de regular em uma forma definitiva e automática do desrespeito aos direitos fundamentais por parte de governos autoritários. Infelizmente, a União ainda está condicionada pela necessidade da unanimidade dos Estados: um sistema que condiciona e bloqueia as decisões do parlamento europeu e atrasa a ação da Comissão, muitas vezes chamada a tomar decisões que a contingência dos tempos exigiria muito rapidamente. Esta abordagem deve ser superada, também com vista a uma maior integração europeia, pagando certamente pela perda de uma parte da soberania de cada Estado; mas, no fundo, o ponto crucial é precisamente o da soberania das nações individuais, uma questão que, se não for superada, pode bloquear qualquer avanço em direção a uma maior integração. Parece ao Parlamento Europeu proceder a uma reforma que possa libertar decisões e também sanções por maioria, de forma a ultrapassar a lógica actual que prevê o requisito da unanimidade, confiando que a maioria dos Estados será sempre fiel aos princípios constitutivos da ‘União Européia.

Судебный путь – самый эффективный метод против государств, не соблюдающих принципы Европейского Союза.

Европейский Союз, наконец, переходит к санкциям в отношении тех государств, которые отклоняются от основополагающих принципов общего европейского дома, которые они сами подписали при вступлении. Это запоздалая мера, осуществленная после многих лет провокаций в отношении Брюсселя и всех тех стран, которые сделали уважение фундаментальных принципов Союза своей отличительной чертой в рамках наднациональной организации; однако это также начало, значение которого выходит за рамки одного предложения и служит предупреждением и предупреждением для других стран, которые только намереваются пользоваться преимуществами, особенно экономическими, от принадлежности к Европейскому Союзу. Брюссельская стратегия была судебным путем, несмотря на наличие известной статьи 7 Договора о союзе, которая позволяет приостановить право голоса в европейских институтах страны, что нарушает фундаментальные ценности ЕС, включенные в статью 2. Договора. Однако против применения этой санкции Венгрия и Польша могут рассчитывать на союз разных государств, которые разделяют с двумя странами экономические интересы, вытекающие из принадлежности к Союзу. Таким образом, для Брюсселя судебный путь был обязательным решением, но оно оказалось эффективным. В частности, действие Европейского суда было осуществлено против положения венгерского законодательства, которое предусматривало закрытие университета специальным законом. Это считалось несовместимым с законодательством Сообщества; Закон правительства Будапешта был разработан специально для запрета деятельности и исключения Центральноевропейского университета, находящегося в Венгрии с 1991 года, с территории государства. и суверенные движения. Вердикт Суда принял апелляцию Европейской комиссии против венгерского законодательства в связи с нарушением европейских правил о свободе учебных заведений, несоблюдением статей Хартии основных прав, закрепляющих свободу создания образовательных центров и относительную свободу образования. обучение и, наконец, нарушение правил Всемирной торговой организации о бесплатном предоставлении услуг. Решение суда позволит Европейской комиссии официально потребовать от венгерской страны отменить или внести поправки в оспариваемый закон, исключая при этом статьи, которые привели к закрытию университета; в случае, если правительство Будапешта не соблюдает постановления Суда, Комиссия может подать новую жалобу с целью предложить серьезные финансовые санкции против Венгрии. Этот случай имеет важное значение для Европейской комиссии, потому что, в частности, он отмечает метод, который кажется эффективным, против тех стран, которые взяли на себя несоблюдение прав как метод правления; более того, постановления Суда уже остановили судебную реформу, предусмотренную в Польше, что поставило под угрозу независимость судебной власти. Если судебный путь имеет практические последствия, он, однако, остается связанным с правовой процедурой, которая может иметь неопределенные последствия, т.е. на данный момент он представляет собой лучший из имеющихся инструментов, но не может полностью заменить адекватный политический процесс, способный регулировать окончательный и автоматический способ несоблюдения основных прав авторитарными правительствами. К сожалению, Союз по-прежнему обусловлен необходимостью единства государств: система, которая обуславливает и блокирует решения Европейского парламента и замедляет действие Комиссии, часто призванной принимать решения, которые в силу непредвиденных обстоятельств потребуют очень быстро. Этот подход должен быть преодолен, в том числе с целью большей европейской интеграции, безусловно, оплачивая потерю доли суверенитета отдельных государств; но, в конце концов, решающим моментом является именно вопрос о суверенитете отдельных стран, вопрос, который, если его не решить, может заблокировать любой прогресс в направлении большей интеграции. Кажется, что задача Европейского парламента – продвигаться к реформе, которая может выпускать решения, а также санкции большинством голосов, чтобы преодолеть текущую логику, которая предусматривает требование единогласия, полагаясь на то, что большинство государств всегда будут верны основополагающим принципам ‘Евросоюз.

司法方式是對不尊重歐盟原則的國家的最有效方法

歐洲聯盟最終將製裁那些偏離加入歐洲共同國家的基本原則的國家。這是一項遲來的措施,是在對布魯塞爾以及所有尊重國際電聯基本原則及其在超國家組織中具有鮮明特徵的國家的多年挑釁之後實施的;然而,這也是一個開始的意義,它的含義超出了單句,並為其他國家提供了警告和警告,這些國家僅打算享受屬於歐盟的優勢,尤其是經濟優勢。布魯塞爾的戰略是司法路線的戰略,儘管存在著著名的《聯盟條約》第7條,該條允許該國的歐洲機構中止投票權,這違反了第2條中所包含的歐盟的基本價值觀。該條約。但是,在不實施這一制裁的情況下,匈牙利和波蘭可以指望不同國家的聯盟,它們與兩國分享源自屬於聯盟的經濟利益。因此,對於布魯塞爾而言,司法途徑是強制性的解決方案,但事實證明是有效的。具體而言,歐洲法院的行動是針對匈牙利的立法規定實施的,匈牙利的立法規定以特殊法律關閉一所大學。這被認為與共同體法律不符;布達佩斯政府的法律是專門為禁止該活動而建立的,並將自1991年以來一直存在於匈牙利的中歐大學從該國領土上驅逐出去,這所大學是由匈牙利裔億萬富翁喬治·索羅斯(George Soros)建立的,遭到當事方的反對和主權運動。法院的判決接受了歐洲委員會針對匈牙利法律的上訴,該上訴因違反歐洲關於機構自由的規則,不遵守《基本權利憲章》的條款而確立了建立教育中心的自由以及教學,最後還違反了世界貿易組織關於免費提供服務的規則。法院的裁決將使歐洲委員會可以正式要求匈牙利廢除或修改有爭議的法律,同時取消導致大學關閉的條款。如果布達佩斯政府不遵守法院的規定,委員會可提出新的申訴,以期對匈牙利提出嚴厲的財務制裁。該案對歐洲委員會具有重要意義,因為,它特別標誌著一種針對那些不尊重權利作為政府手段的國家的有效方法。此外,法院的規定已經停止了波蘭所設想的司法改革,從而危及司法機構的獨立性。但是,如果司法途徑具有實際效果,則它仍然受制於可能具有不確定性影響的法律程序,即,目前它代表了可用的最佳工具,但它不能完全替代能夠在法律程序中進行調節的適當政治程序。權威和自動的方式,即不尊重專制政府的基本權利。不幸的是,聯盟仍然受到各州一致的需求的製約:一種限制和阻止歐洲議會決定並減慢委員會行動速度的系統,經常要求做出決定,以確保時間上的偶然性非常快。還應克服這種做法,以實現更大的歐洲一體化,當然要彌補個別國家主權的損失;但是,最後,關鍵點恰恰是個別國家的主權,如果不克服這一問題,就可能阻礙進一步一體化的任何進展。歐洲議會的任務似乎是著手進行一項改革,該改革可以以多數方式發布決定和製裁,以便克服目前規定了一致要求的邏輯,並相信大多數國家將始終忠實於歐盟的構成原則。 ‘歐洲聯盟。

司法の方法は、欧州連合の原則を尊重しない州に対して最も効果的な方法です。

欧州連合はついに、加盟時に彼ら自身が同意した共通の欧州の家の基本原則から逸脱する州を制裁する動きをしている。これは遅ればせながらの措置であり、ブリュッセルと、連合の基本原則を尊重しているすべての国々に対して、超国家的組織内での独特の特徴を何年にもわたって挑発した後に実施されました。しかし、それはまた、一文を超えて、欧州連合に属することの利点、特に経済的なものを享受することだけを意図している他の国々に対する警告および警告として機能する意味から始まります。ブリュッセルの戦略は、連邦条約の有名な第7条の存在にもかかわらず、司法ルートの戦略でした。これは、第2条に含まれるEUの基本的価値に違反する国のヨーロッパの機関での投票権の停止を許可します。条約の。しかし、この制裁の適用に反対して、ハンガリーとポーランドは、連合に属することに由来する経済的利益を両国と共有する異なる州の同盟を頼りにすることができます。したがって、ブリュッセルにとって、司法ルートは義務的な解決策でしたが、それは効果的であることが証明されました。具体的には、欧州司法裁判所の訴訟は、臨時法による大学の閉鎖を規定したハンガリーの立法規定に反して実施されました。これはコミュニティ法と矛盾すると見なされました。ブダペスト政府の法律は、活動を禁止し、1991年以来ハンガリーに存在する中央ヨーロッパ大学を州の領土から追放するために特別に制定されました。この大学は、ハンガリー出身の億万長者ジョージ・ソロスによって設立され、当事者によって反対されました。と主権運動。裁判所の判決は、制度の自由に関する欧州の規則の違反、教育センターを設立する自由を確立する基本的権利憲章の条項の遵守の失敗、および相対的な自由に関するハンガリー法に対する欧州委員会の訴えを受け入れた。教え、そして最後に、サービスの無料提供に関する世界貿易機関の規則の違反。裁判所の決定により、欧州委員会は、大学の閉鎖につながった条項を排除しつつ、係争中の法律を廃止または改正するようにハンガリーの国に正式に要求することができます。ブダペスト政府が裁判所の規定に従わない場合、委員会はハンガリーに対する重い財政的制裁を提案する目的で新たな苦情を提出することがあります。この訴訟は、欧州委員会にとって重要な意味を持っています。具体的には、政府の方法として権利を尊重しないことを行った国に対して、効果的と思われる方法を示しているからです。さらに、裁判所の規定により、ポーランドで想定されていた司法改革はすでに停止されており、司法の独立を危うくしていました。司法の道が実際的な効果をもたらす場合、それは法的手続きに拘束されたままであり、不確実な効果をもたらす可能性があります。つまり、今のところ、それは利用可能な最良の手段を表していますが、適切な政治的プロセスを完全に置き換えることはできません。権威ある政府による基本的権利の非尊重の決定的かつ自動的な方法。残念ながら、連合は依然として州の全会一致の必要性によって条件付けられています。つまり、欧州議会の決定を条件付けて阻止し、委員会の行動を遅らせるシステムであり、時の偶発性が非常に迅速に必要となる決定を下すようにしばしば求められます。このアプローチは、ヨーロッパの統合を促進するという観点からも克服されるべきであり、個々の州の主権の一部を失うことは確かに報われます。しかし、結局のところ、決定的なポイントは、まさに個々の国の主権の問題であり、克服しなければ、より大きな統合に向けた進展を妨げる可能性のある問題です。全会一致の要件を規定する現在の論理を克服するために、決定と制裁を大多数の方法で解放できる改革に向けて前進することは欧州議会の任務のようであり、大多数の州が常にの構成原則に忠実であると信じています。 ‘欧州連合。

الطريقة القضائية ، الطريقة الأكثر فعالية ضد الدول التي لا تحترم مبادئ الاتحاد الأوروبي

يتحرك الاتحاد الأوروبي أخيرًا لمعاقبة تلك الدول التي تحيد عن المبادئ الأساسية ، التي انضمت إليها هي نفسها وقت الانضمام ، إلى الوطن الأوروبي المشترك. هذا إجراء متأخر ، تم تنفيذه بعد سنوات من الاستفزازات تجاه بروكسل وجميع تلك البلدان التي احترمت المبادئ الأساسية للاتحاد السمة المميزة لها داخل المنظمة فوق الوطنية ؛ ومع ذلك ، فهي أيضًا بداية بمعنى يتجاوز الجملة الواحدة ويكون بمثابة تحذير وتحذير للدول الأخرى ، التي تنوي فقط التمتع بمزايا الانتماء إلى الاتحاد الأوروبي ، خاصة الاقتصادية منها. كانت استراتيجية بروكسل هي استراتيجية المسار القضائي ، على الرغم من وجود المادة 7 الشهيرة من معاهدة الاتحاد ، والتي تسمح بتعليق حق التصويت في المؤسسات الأوروبية للدولة التي تنتهك القيم الأساسية للاتحاد الأوروبي الواردة في المادة 2 من المعاهدة. ضد تطبيق هذه العقوبة ، ومع ذلك ، يمكن للمجر وبولندا الاعتماد على تحالف الدول المختلفة ، التي تشترك مع البلدين في المصالح الاقتصادية الناشئة عن الانتماء إلى الاتحاد. بالنسبة لبروكسل ، كان المسار القضائي حلاً إلزاميًا ولكنه أثبت فعاليته. وعلى وجه التحديد ، تم تنفيذ الإجراء الذي اتخذته محكمة العدل الأوروبية ضد الحكم التشريعي الهنغاري الذي ينص على إغلاق الجامعة بقانون خاص. كان هذا يعتبر غير متوافق مع قانون المجتمع ؛ تم إنشاء قانون حكومة بودابست خصيصًا لحظر النشاط وطرد جامعة أوروبا الوسطى ، الموجودة في المجر منذ عام 1991 ، من أراضي الدولة.أسس هذه الجامعة الملياردير جورج سوروس ، من أصل هنغاري وعارضها الحزبان والحركات السيادية. قَبِل حكم المحكمة استئناف المفوضية الأوروبية ضد القانون المجري لانتهاكات القواعد الأوروبية المتعلقة بحرية المؤسسات ، وعدم الامتثال لمواد ميثاق الحقوق الأساسية التي تنص على حرية إنشاء مراكز تعليمية والحرية النسبية للمؤسسات التعليمية. التدريس وأخيرًا أيضًا انتهاك قواعد منظمة التجارة العالمية بشأن تقديم الخدمات مجانًا. سيسمح قرار المحكمة للمفوضية الأوروبية بأن تطلب رسميًا من الدولة الهنغارية إلغاء أو تعديل القانون المتنازع عليه ، مع إلغاء المواد التي أدت إلى إغلاق الجامعة ؛ في حالة عدم التزام حكومة بودابست بأحكام المحكمة ، ستكون اللجنة قادرة على تقديم شكوى جديدة بهدف اقتراح عقوبات مالية شديدة ضد المجر. هذه القضية لها أهمية مهمة بالنسبة للمفوضية الأوروبية لأنها ، على وجه التحديد ، تشير إلى طريقة تبدو فعالة ضد تلك البلدان التي تبنت عدم احترام الحقوق كأسلوب للحكومة ؛ علاوة على ذلك ، أوقفت أحكام المحكمة بالفعل الإصلاح القضائي المتوخى في بولندا ، والذي يهدد استقلال القضاء. إذا كان للمسار القضائي آثار عملية ، فإنه يظل ، مع ذلك ، ملزمًا بإجراء قانوني ، قد يكون له آثار غير مؤكدة ، أي أنه يمثل حاليًا أفضل أداة متاحة ، لكنه لا يمكن أن يحل تمامًا محل عملية سياسية مناسبة ، قادرة على تنظيم طريقة نهائية وتلقائية عدم احترام الحقوق الأساسية من قبل الحكومات الاستبدادية. لسوء الحظ ، لا يزال الاتحاد مشروطًا بالحاجة إلى إجماع الدول: نظام يشترط ويعيق قرارات البرلمان الأوروبي ويبطئ عمل المفوضية ، غالبًا ما يُطلب منه اتخاذ قرارات تتطلب أوقات الطوارئ بسرعة كبيرة. يجب التغلب على هذا النهج ، أيضًا بهدف تحقيق تكامل أوروبي أكبر ، ودفع ثمن خسارة حصة من سيادة الدول الفردية ؛ ولكن ، في النهاية ، النقطة الحاسمة هي بالتحديد مسألة سيادة الدول الفردية ، وهي مسألة إذا لم يتم التغلب عليها ، يمكن أن تعيق أي تقدم نحو تكامل أكبر. يبدو أن مهمة البرلمان الأوروبي هي المضي قدمًا نحو الإصلاح الذي يمكن أن يصدر قرارات وعقوبات بطريقة الأغلبية من أجل التغلب على المنطق الحالي الذي ينص على شرط الإجماع ، مع الثقة في أن غالبية الدول ستكون دائمًا وفية للمبادئ التأسيسية لـ ‘الإتحاد الأوربي.