Unione Europea: la Francia contesta il budget degli armamenti

La Francia solleva il problema del budget militare dell’Unione Europea: a fronte del riarmo a cui si assiste sulla scena mondiale, la UE taglia la spesa per gli armamenti. La tesi francese è che questo porterà ad un ridimensionamento oltre che del peso militare, anche di quello politico, con ovvie ricadute sia in termini di prestigio, e quindi diplomatici, sia intermini economici, peraltro strettamente collegati con i primi. La Francia, forse, tende a trasferire anche in campo europeo la propria classica “grandeur” e teme che la UE prenda un posto subalterno nella scena mondiale. Da un lato questo pare essere vero, militarmente non sembra possibile competere con gli USA e con la Cina che sembrano sempre più le due superpotenze con le quali il globo deve fare i conti, se se non con investimenti pesanti e continui, che permettano di potere affrontare qualunque scenario di guerra possa presentarsi; questo è visto come condizione essenziale per potere contare sempre di più sulla scena diplomatica e quindi economica: è, infatti, ormai risaputo, che il rientro economico che deriva da interventi militari (piani e commesse di ricostruzione) si guadagna solo con il massiccio dispiegamento di forze nel teatro di guerra interessato. Il postulato è questo: a maggiori interventi militari, sostenuti da corposi investimenti, seguono commesse che ripagano, con lauto guadagno, l’intervento militare dispiegato. L’indotto perverso che si è creato di fatto è ormai questo ed è chiaro che con una riduzione del budget sia implicita anche una riduzione dei guadagni. Peraltro la scelta della UE è dettata da una politica, specialmente in una fase di crisi come l’attuale, che tende a beneficiare altri settori rispetto all’armamento, giusto o sbagliato che sia la valutazione è questa. Esisterebbe un’altra strada per cercare il prestigio internazionale senza mostrare i muscoli e sarebbe rafforzare l’azione diplomatica comune, con una sola politica estera autorevole ed univoca, ma questa ipotesi per il momento è ancora osteggiata.

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