Putin favorito dall’inconsistenza dell’Occidente

Alla fine i peggiori presagi si sono verificati: Putin ha mantenuto la sua condotta, basata su bugie e menzogne ed ha attaccato militarmente il paese ucraino, potendo contare su di una reazione occidentale, che definire timida è usare una espressione di cautela. Tutti le minacce di ritorsioni si sono rivelate ben poca cosa di fronte alla determinazione del Cremlino, che ha alzato ancora di più il livello delle minacce proprio contro le democrazie occidentali. Le condanne dei leader occidentali sono state parole di circostanza ed hanno rassicurato la Russia con la rassicurazione che alcun soldato occidentale opererà sul suolo ucraino, abbandonando, di fatto, Kiev al suo destino. Si tratta della logica conclusione dell’impegno americano sul fronte europeo, già ridotto a partire da Obama, una scelta legittima, ma che danneggia i principali alleati degli Stati Uniti, forse sul breve ma sicuramente nel medio periodo ed inficia la stessa leadership americana, non solo politica ma anche economica. La Russia ha agito in questa maniera perché non vuole l’Alleanza Atlantica sui suoi confini, ma conquistando l’Ucraina i confini si spostano fino alla Polonia ed ai paesi baltici, dove la presenza militare occidentale è ormai radicata. Il Cremlino sopporterà questa presenza o non la tollererà, come, peraltro Putin ha fatto capire più volte? Difendere materialmente l’Ucraina con una presenza preventiva dell’Alleanza Atlantica, dopo averla accolta al suo interno, poteva essere una azione di dissuasione, che poteva permettere negoziati in grado di trovare una convergenza, anche se basata probabilmente su di una sorta di equilibrio del terrore. Al contrario si è voluto scegliere la strada della cautela, che ha sconfinato nella pavidità e nella tutela degli interessi commerciali dell’Europa, che non ha mai voluto impegnarsi in una difesa attiva di sé stessa. Gli Stati Uniti, dopo l’errore enorme dell’Afghanistan, ripetono lo sbaglio di lasciare il campo ad avversari più agguerriti e determinati, scegliendo un disimpegno i cui effetti negativi si vedranno del tutto sul lungo periodo. Biden cancella tutte le impressioni positive che lo accompagnavano alla sua elezione e ripete, sebbene nei comportamenti in maniera più discreta, tutti gli insuccessi in politica estera del suo predecessore e passerà alla storia come uno dei peggiori presidenti americani, proprio al pari di Trump. Questo andamento viene da lontano ed è cominciato fin da Obama, ma un punto così basso, costituito dalla somma del caso afghano con quello ucraino, non era mai stato toccato dalla prima superpotenza mondiale. Il comportamento americano ha lasciato impreparata l’Europa e ciò non doveva accadere, ancora senza una politica estera ed una difesa comune, divisa al suo interno da stati non consoni di essere stati inclusi dentro l’Unione e divisa da interessi commerciali contrastanti tra i suoi membri; tra l’altro uno degli obiettivi collaterali di Putin, perseguiti con la guerra ucraina è proprio quello di aumentare le divisioni europee e contribuire alla creazione immediata di nuovi problemi tra gli stati membri, il primo dei quali sarà alimentato dal flusso crescente dei profughi provenienti dall’Ucraina. La Gran Bretagna, se possibile si è comportata ancora peggio, il premier inglese sembrava che volesse procedere a sanzioni oltremodo pesanti contro la Russia, ma poi ha deciso per una serie di misure che non colpiscono gli oligarchi presenti sul suo territorio perché portatori di ingente liquidità nell’economica britannica. Ora Putin ha ottenuto una vittoria prima di tutto politica, mettendo in mostra l’inconsistenza dell’Occidente, che potrebbe autorizzarlo verso obiettivi più elevati dell’Ucraina e non per niente il timore nelle repubbliche Baltiche ed in Polonia si è alzato di molto: le sanzioni elaborate colpiscono solo il 70% dell’economia russa e non la sua potenza militare e le minacce contro eventuali interventi al fianco di Kiev, sembra che hanno avuto gli effetti desiderati dal Cremlino   ed hanno evidenziato come il problema è certamente prima di tutto geopolitico ma immediatamente dopo investe i valori democratici, la sovranità degli stati, l’autodeterminazione dei popoli ed il rispetto del diritto internazionale, base minima di convivenza tra le nazioni. L’impegno per questi valori deve essere diretto e la loro difesa deve riguardare tutti gli stati che si fondano su di essi, per non incorrere loro stessi nella perdita di queste prerogative. Il contrario significherebbe tornare nella dittatura e nella negazione della democrazia, come sta accadendo all’Ucraina.

Reactions to Putin’s decision to deploy troops in eastern Ukraine

After Putin’s declaration, which recognized as independent the People’s Republics of Donetsk and Lugansk, openly pro-Russian and therefore formally removed from the sovereignty of Kiev, Ukraine requested an emergency meeting of the United Nations Security Council, which for a a curious coincidence was presided over by Russia. Most members of the Council condemned both the recognition and the subsequent decision to deploy troops in the area, which constitutes the first step in the invasion of Ukrainian territory, although it is the one disputed between Moscow and Kiev. From Putin’s point of view, official recognition authorizes the support of the Russian military for pro-Russian insurgents and their militias, but from the point of view of international law it constitutes an evident violation, which, moreover, is not the first made by the Kremlin. The fact that Moscow defines its soldiers as peacekeepers aggravates the judgment on Russia, which clumsily hides behind hypocritical definitions that go beyond ambiguity and good taste. The following Washington declaration opens to an unprecedented series of sanctions, which will involve all US allies and whose consequences are expected to be very serious for the world economy and general equilibrium. In the immediate future, Putin’s will is to secure a buffer zone between Russia and Ukraine, to avoid having the Atlantic Alliance presence on the immediate Russian border, even if the entry of Kiev has been repeatedly denied. from Brussels, however, the acceleration of the Kremlin could change the situation: until now the Atlantic Alliance has denied having any plans to accept the Ukrainian country among its members, but this evolution opens up to any possible development. Putin’s gamble, however, threatens the economic consistency of the Russian country, which could hardly resist the foreseen sanctions, opening scenarios that could consist of a drastic decline in its popularity in Russia. The positions of the allies of the United States are quite predictable, agreeing on the concrete possibility that the conditions are being created for an almost global conflict; almost all of them expressed condemnation on the violation of the territorial integrity of Ukraine and for the violation of the principles of the United Nations Charter. The representative of Russia to the United Nations, on the contrary, supported Moscow’s decision to protect the Russian ethnicity of the recognized territories and how the recognition had long been considered and urged the Western powers not to abandon the diplomatic solution. Ukraine, on its part, has reaffirmed its sovereignty over its territories and has practically challenged Russia, in a clash that it does not seem capable of sustaining. China’s position is much more attenuated, which despite its repeatedly expressed closeness to Russia, does not derogate from its principles in foreign policy, choosing a sort of equidistance and recommending to the parties involved the utmost prudence and the intensification of diplomatic action. Beyond the aversion to the United States and the approval of Russian politics, Beijing shows that it is more afraid of the repercussions of a global economic crisis, which could endanger Chinese growth; however, the choice not to play a leading role, above all to increase a pacifying action, by Beijing, reveals how China is still far from becoming that great power on a global level, which it says it wants to become. The opportunity to play a leading role, without being at the side of one of the two parties, but only in favor of peace, could constitute a test viewed with favor from all angles, even in the case of failure, vice versa this fearful attitude reveals all the inexperience and lack of risk capacity of the Beijing government, which remains too tied to the economic aspects to the detriment of those of international politics. President Biden has expressly ordered to ban all types of financing, investments and commercial transactions with the areas invaded by Russia and this certainly represents the first solution that will precede the much heavier sanctions already threatened and foreseen for the decisive attitude. from Russia. What can happen below is difficult to predict.

Reacciones a la decisión de Putin de desplegar tropas en el este de Ucrania

Tras la declaración de Putin, que reconocía como independientes a las Repúblicas Populares de Donetsk y Lugansk, abiertamente prorrusas y por tanto retiradas formalmente de la soberanía de Kiev, Ucrania solicitó una reunión de emergencia del Consejo de Seguridad de Naciones Unidas, que por una curiosa coincidencia estuvo presidida por encima de Rusia. La mayoría de los miembros del Consejo condenaron tanto el reconocimiento como la posterior decisión de desplegar tropas en la zona, que constituye el primer paso de la invasión del territorio ucraniano, aunque es el que disputan Moscú y Kiev. Desde el punto de vista de Putin, el reconocimiento oficial autoriza el apoyo de militares rusos a los insurgentes prorrusos y sus milicias, pero desde el punto de vista del derecho internacional constituye una violación evidente, que, además, no es la primera que comete el Kremlin. El hecho de que Moscú defina a sus soldados como fuerzas de paz agrava el juicio sobre Rusia, que torpemente se esconde tras definiciones hipócritas que van más allá de la ambigüedad y el buen gusto. La siguiente declaración de Washington abre una serie de sanciones sin precedentes, que involucrarán a todos los aliados de Estados Unidos y cuyas consecuencias se prevén muy graves para la economía mundial y el equilibrio general. En el futuro inmediato, la voluntad de Putin es asegurar una zona de amortiguamiento entre Rusia y Ucrania, para evitar tener presencia de la Alianza Atlántica en la frontera rusa inmediata, aunque se ha negado repetidamente la entrada de Kiev.Desde Bruselas, sin embargo, la aceleración de el Kremlin podría cambiar la situación: hasta ahora la Alianza Atlántica ha negado tener planes de aceptar al país ucraniano entre sus miembros, pero esta evolución se abre a cualquier posible desarrollo. La apuesta de Putin, sin embargo, amenaza la solidez económica del país ruso, que difícilmente podría resistir las sanciones previstas, abriendo escenarios que podrían consistir en una drástica caída de su popularidad en Rusia. Las posiciones de los aliados de Estados Unidos son bastante predecibles, coincidiendo en la posibilidad concreta de que se están creando las condiciones para un conflicto casi global; casi todos expresaron su condena por la violación de la integridad territorial de Ucrania y por la violación de los principios de la Carta de las Naciones Unidas. El representante de Rusia ante las Naciones Unidas, por el contrario, apoyó la decisión de Moscú de proteger la etnia rusa de los territorios reconocidos y cómo el reconocimiento se había considerado durante mucho tiempo e instó a las potencias occidentales a no abandonar la solución diplomática. Ucrania, por su parte, ha reafirmado su soberanía sobre sus territorios y prácticamente ha desafiado a Rusia, en un choque que no parece capaz de sostener. Mucho más atenuada es la posición de China, que a pesar de su reiterada cercanía expresada con Rusia, no se aparta de sus principios en política exterior, optando por una especie de equidistancia y recomendando a las partes implicadas la máxima prudencia y la intensificación de la acción diplomática. Más allá de la aversión a Estados Unidos y la aprobación de la política rusa, Pekín muestra que tiene más miedo a las repercusiones de una crisis económica mundial, que podría poner en peligro el crecimiento chino; sin embargo, la elección de no jugar un papel protagónico, sobre todo para incrementar una acción pacificadora, por parte de Beijing, revela cómo China aún está lejos de convertirse en esa gran potencia a nivel mundial, que dice querer ser. La oportunidad de jugar un papel protagónico, sin estar del lado de una de las dos partes, sino sólo a favor de la paz, podría constituir una prueba vista con buenos ojos desde todos los ángulos, incluso en caso de fracaso, viceversa esta actitud temerosa revela toda la inexperiencia y falta de capacidad de riesgo del gobierno de Pekín, que sigue demasiado atado a los aspectos económicos en detrimento de los de la política internacional. El presidente Biden ha ordenado expresamente prohibir todo tipo de financiamientos, inversiones y transacciones comerciales con las áreas invadidas por Rusia y esto ciertamente representa la primera solución que precederá a las sanciones mucho más severas ya amenazadas y previstas por la actitud decisiva de Rusia. Lo que puede suceder a continuación es difícil de predecir.

Reaktionen auf Putins Entscheidung, Truppen in der Ostukraine einzusetzen

Nach Putins Erklärung, die die Volksrepubliken Donezk und Lugansk als unabhängig anerkannte, die offen pro-russisch und damit formell der Souveränität von Kiew enthoben waren, beantragte die Ukraine eine Dringlichkeitssitzung des Sicherheitsrates der Vereinten Nationen, die aus einem merkwürdigen Zufall den Vorsitz führte vorbei an Russland. Die meisten Mitglieder des Rates verurteilten sowohl die Anerkennung als auch die anschließende Entscheidung, Truppen in dem Gebiet zu stationieren, was den ersten Schritt zur Invasion des ukrainischen Territoriums darstellt, obwohl es sich um den zwischen Moskau und Kiew umstrittenen handelt. Aus Putins Sicht legitimiert die offizielle Anerkennung die Unterstützung des russischen Militärs für pro-russische Aufständische und ihre Milizen, stellt aber aus völkerrechtlicher Sicht einen offensichtlichen Verstoß dar, der zudem nicht der erste ist, der von der Russischen Föderation begangen wurde Kreml. Dass Moskau seine Soldaten als Friedenstruppen definiert, verschärft das Urteil über Russland, das sich ungeschickt hinter heuchlerischen Definitionen versteckt, die über Zweideutigkeit und guten Geschmack hinausgehen. Die folgende Washingtoner Erklärung eröffnet eine beispiellose Reihe von Sanktionen, an denen alle US-Verbündeten beteiligt sein werden und deren Folgen für die Weltwirtschaft und das allgemeine Gleichgewicht voraussichtlich sehr schwerwiegend sein werden. In unmittelbarer Zukunft will Putin eine Pufferzone zwischen Russland und der Ukraine sichern, um eine Präsenz des Atlantischen Bündnisses an der unmittelbaren russischen Grenze zu vermeiden, auch wenn Kiew wiederholt die Einreise verweigert wurde Der Kreml könnte die Situation ändern: Bisher hat die Atlantische Allianz bestritten, das ukrainische Land in ihre Mitglieder aufnehmen zu wollen, aber diese Entwicklung öffnet sich für jede mögliche Entwicklung. Putins Wagnis bedroht jedoch die wirtschaftliche Stärke des russischen Landes, das den vorgesehenen Sanktionen kaum standhalten könnte, und eröffnet Szenarien, die in einem drastischen Rückgang seiner Popularität in Russland bestehen könnten. Die Positionen der Verbündeten der Vereinigten Staaten sind ziemlich vorhersehbar und stimmen über die konkrete Möglichkeit überein, dass die Bedingungen für einen fast globalen Konflikt geschaffen werden; fast alle verurteilten die Verletzung der territorialen Integrität der Ukraine und die Verletzung der Grundsätze der Charta der Vereinten Nationen. Der Vertreter Russlands bei den Vereinten Nationen hingegen unterstützte die Entscheidung Moskaus, die russische Ethnizität der anerkannten Gebiete zu schützen, und wie lange über die Anerkennung nachgedacht wurde, und forderte die Westmächte auf, die diplomatische Lösung nicht aufzugeben. Die Ukraine ihrerseits hat ihre Souveränität über ihre Territorien bekräftigt und Russland praktisch herausgefordert, in einem Zusammenstoß, den sie anscheinend nicht aushalten kann. Wesentlich gedämpfter ist die Position Chinas, das trotz seiner immer wieder bekundeten Nähe zu Russland nicht von seinen außenpolitischen Grundsätzen abweicht, eine Art Äquidistanz wählt und den Beteiligten größte Vorsicht und Intensivierung diplomatischen Handelns empfiehlt. Jenseits der Abneigung gegen die Vereinigten Staaten und der Zustimmung zur russischen Politik zeigt Peking, dass es sich eher vor den Auswirkungen einer globalen Wirtschaftskrise fürchtet, die das chinesische Wachstum gefährden könnte; Die Entscheidung Pekings, keine führende Rolle zu spielen, sondern vor allem eine befriedende Aktion zu verstärken, zeigt jedoch, wie China noch weit davon entfernt ist, die Großmacht auf globaler Ebene zu werden, die es nach eigenen Angaben werden will. Die Möglichkeit, eine führende Rolle zu spielen, ohne an der Seite einer der beiden Parteien zu stehen, sondern nur zugunsten des Friedens, könnte auch im Falle des Scheiterns eine von allen Seiten wohlwollende Prüfung darstellen, umgekehrt diese ängstliche Haltung offenbart die ganze Unerfahrenheit und mangelnde Risikofähigkeit der Pekinger Regierung, die zu sehr an wirtschaftlichen Aspekten zu Lasten der internationalen Politik gebunden bleibt. Präsident Biden hat ausdrücklich angeordnet, alle Arten von Finanzierungen, Investitionen und Handelstransaktionen mit den von Russland besetzten Gebieten zu verbieten, und dies stellt sicherlich die erste Lösung dar, die den viel strengeren Sanktionen vorausgehen wird, die bereits für die entschlossene Haltung Russlands angedroht und vorgesehen wurden. Was unten passieren kann, ist schwer vorherzusagen.

Réactions à la décision de Poutine de déployer des troupes dans l’est de l’Ukraine

Après la déclaration de Poutine, qui reconnaissait comme indépendantes les républiques populaires de Donetsk et de Lougansk, ouvertement pro-russes et donc formellement soustraites à la souveraineté de Kiev, l’Ukraine a demandé une réunion d’urgence du Conseil de sécurité des Nations unies, qui, pour une curieuse coïncidence, a été présidée par la Russie. La plupart des membres du Conseil ont condamné à la fois la reconnaissance et la décision subséquente de déployer des troupes dans la région, qui constitue la première étape de l’invasion du territoire ukrainien, bien qu’il s’agisse de celle contestée entre Moscou et Kiev. Du point de vue de Poutine, la reconnaissance officielle autorise le soutien des militaires russes aux insurgés pro-russes et à leurs milices, mais du point de vue du droit international, elle constitue une violation évidente, qui n’est d’ailleurs pas la première commise par les Kremlin. Le fait que Moscou définisse ses soldats comme des casques bleus aggrave le jugement porté sur la Russie, qui se cache maladroitement derrière des définitions hypocrites qui dépassent l’ambiguïté et le bon goût. La déclaration de Washington qui s’ensuit ouvre sur une série de sanctions sans précédent, qui impliqueront tous les alliés des États-Unis et dont les conséquences devraient être très graves pour l’économie mondiale et l’équilibre général. Dans l’immédiat, la volonté de Poutine est de sécuriser une zone tampon entre la Russie et l’Ukraine, pour éviter d’avoir la présence de l’Alliance atlantique à la frontière russe immédiate, même si l’entrée de Kiev a été refusée à plusieurs reprises depuis Bruxelles, l’accélération de le Kremlin pourrait changer la donne : jusqu’à présent l’Alliance atlantique a nié avoir l’intention d’accepter le pays ukrainien parmi ses membres, mais cette évolution ouvre la porte à toute évolution possible. Le pari de Poutine menace cependant la solidité économique du pays russe, qui pourrait difficilement résister aux sanctions envisagées, ouvrant des scénarios qui pourraient consister en une baisse drastique de sa popularité en Russie. Les positions des alliés des États-Unis sont assez prévisibles, s’accordant sur la possibilité concrète que se créent les conditions d’un conflit quasi mondial ; presque tous ont exprimé leur condamnation pour la violation de l’intégrité territoriale de l’Ukraine et pour la violation des principes de la Charte des Nations Unies. Le représentant de la Russie auprès des Nations unies, au contraire, a soutenu la décision de Moscou de protéger l’ethnie russe des territoires reconnus et comment la reconnaissance était depuis longtemps envisagée et a exhorté les puissances occidentales à ne pas abandonner la solution diplomatique. L’Ukraine, pour sa part, a réaffirmé sa souveraineté sur ses territoires et a pratiquement défié la Russie, dans un affrontement qu’elle ne semble pas capable de soutenir. La position de la Chine est beaucoup plus atténuée, qui malgré sa proximité maintes fois exprimée avec la Russie, ne déroge pas à ses principes de politique étrangère, choisissant une sorte d’équidistance et recommandant aux parties concernées la plus grande prudence et l’intensification de l’action diplomatique. Au-delà de l’aversion pour les États-Unis et de l’approbation de la politique russe, Pékin montre qu’il a plus peur des répercussions d’une crise économique mondiale, qui pourrait mettre en danger la croissance chinoise ; cependant, le choix de Pékin de ne pas jouer un rôle moteur, surtout pour multiplier une action pacificatrice, révèle à quel point la Chine est encore loin de devenir cette grande puissance à l’échelle mondiale, qu’elle dit vouloir devenir. L’opportunité de jouer un rôle moteur, sans être aux côtés de l’une des deux parties, mais uniquement en faveur de la paix, pourrait constituer une épreuve vue avec faveur sous tous les angles, même en cas d’échec, inversement cette attitude craintive révèle toute l’inexpérience et le manque de capacité à prendre des risques du gouvernement de Pékin, qui reste trop attaché aux aspects économiques au détriment de ceux de la politique internationale. Le président Biden a expressément ordonné d’interdire tout type de financement, d’investissement et de transactions commerciales avec les zones envahies par la Russie et cela représente certainement la première solution qui précédera les sanctions beaucoup plus lourdes déjà menacées et prévues pour l’attitude décisive de la Russie. Ce qui peut arriver ci-dessous est difficile à prévoir.

Reações à decisão de Putin de enviar tropas para o leste da Ucrânia

Após a declaração de Putin, que reconheceu como independentes as Repúblicas Populares de Donetsk e Lugansk, abertamente pró-russas e, portanto, formalmente retiradas da soberania de Kiev, a Ucrânia solicitou uma reunião de emergência do Conselho de Segurança das Nações Unidas, que por uma curiosa coincidência foi presidida pela Rússia. A maioria dos membros do Conselho condenou tanto o reconhecimento quanto a posterior decisão de enviar tropas para a área, que constitui o primeiro passo para a invasão do território ucraniano, embora seja a disputada entre Moscou e Kiev. Do ponto de vista de Putin, o reconhecimento oficial autoriza o apoio dos militares russos aos insurgentes pró-russos e suas milícias, mas do ponto de vista do direito internacional constitui uma violação evidente, que, aliás, não é a primeira feita pelo Kremlin. O fato de Moscou definir seus soldados como pacificadores agrava o julgamento sobre a Rússia, que desajeitadamente se esconde atrás de definições hipócritas que vão além da ambiguidade e do bom gosto. A declaração de Washington que se segue abre-se a uma série de sanções sem precedentes, que envolverá todos os aliados dos EUA e cujas consequências deverão ser muito graves para a economia mundial e para o equilíbrio geral. No futuro imediato, a vontade de Putin é garantir uma zona tampão entre a Rússia e a Ucrânia, para evitar a presença da Aliança Atlântica na fronteira russa imediata, mesmo que a entrada de Kiev tenha sido repetidamente negada. o Kremlin pode mudar a situação: até agora, a Aliança Atlântica negou ter planos de aceitar o país ucraniano entre seus membros, mas essa evolução abre para qualquer desenvolvimento possível. A aposta de Putin, no entanto, ameaça a força econômica do país russo, que dificilmente resistiria às sanções previstas, abrindo cenários que poderiam consistir em uma queda drástica de sua popularidade na Rússia. As posições dos aliados dos Estados Unidos são bastante previsíveis, concordando com a possibilidade concreta de que estão sendo criadas as condições para um conflito quase global; quase todos expressaram condenação pela violação da integridade territorial da Ucrânia e pela violação dos princípios da Carta das Nações Unidas. O representante da Rússia nas Nações Unidas, pelo contrário, apoiou a decisão de Moscou de proteger a etnia russa dos territórios reconhecidos e como o reconhecimento havia sido considerado e instou as potências ocidentais a não abandonar a solução diplomática. A Ucrânia, por sua vez, reafirmou sua soberania sobre seus territórios e praticamente desafiou a Rússia, em um embate que não parece capaz de sustentar. A posição da China é muito mais atenuada, que apesar de reiteradamente expressa proximidade com a Rússia, não derroga seus princípios em política externa, optando por uma espécie de equidistância e recomendando às partes envolvidas a máxima prudência e a intensificação da ação diplomática. Além da aversão aos Estados Unidos e da aprovação da política russa, Pequim mostra que tem mais medo das repercussões de uma crise econômica global, que poderia colocar em risco o crescimento chinês; no entanto, a escolha de não protagonizar, sobretudo para incrementar uma ação pacificadora, por parte de Pequim, revela como a China ainda está longe de se tornar aquela grande potência em nível global, que diz querer se tornar. A oportunidade de desempenhar um papel de liderança, sem estar ao lado de uma das duas partes, mas apenas a favor da paz, poderia constituir um teste visto com favor de todos os ângulos, mesmo em caso de fracasso, vice-versa essa atitude temerosa revela toda a inexperiência e falta de capacidade de risco do governo de Pequim, que permanece muito atrelado aos aspectos econômicos em detrimento dos da política internacional. O presidente Biden ordenou expressamente a proibição de todo tipo de financiamento, investimentos e transações comerciais com as áreas invadidas pela Rússia e isso certamente representa a primeira solução que precederá as sanções muito mais pesadas já ameaçadas e previstas para a atitude decisiva da Rússia. O que pode acontecer abaixo é difícil de prever.

Реакция на решение Путина ввести войска на восток Украины

После заявления Путина о признании независимыми Донецкой и Луганской Народных Республик, откровенно пророссийских и потому формально выведенных из-под суверенитета Киева, Украина запросила экстренное заседание Совета Безопасности ООН, на котором по любопытному стечению обстоятельств председательствовал над Россией. Большинство членов Совета осудили как признание, так и последующее решение о размещении войск в этом районе, что представляет собой первый шаг во вторжении на территорию Украины, хотя это и оспаривается между Москвой и Киевом. С точки зрения Путина, официальное признание санкционирует поддержку российскими военными пророссийских повстанцев и их ополченцев, но с точки зрения международного права является очевидным нарушением, которое, к тому же, не впервые совершается со стороны Кремль. Тот факт, что Москва определяет своих солдат как миротворцев, усугубляет суждение о России, которая неуклюже прикрывается лицемерными определениями, выходящими за рамки двусмысленности и хорошего вкуса. Следующая Вашингтонская декларация открывает серию беспрецедентных санкций, в которые будут вовлечены все союзники США и последствия которых, как ожидается, будут очень серьезными для мировой экономики и общего равновесия. В ближайшем будущем воля Путина состоит в том, чтобы обеспечить буферную зону между Россией и Украиной, чтобы избежать присутствия Атлантического альянса на непосредственной российской границе, даже если во въезде Киеву неоднократно отказывали. Кремль может изменить ситуацию: до сих пор Атлантический альянс отрицал наличие каких-либо планов по принятию украинской страны в число своих членов, но такая эволюция допускает любое возможное развитие. Авантюра Путина, однако, угрожает экономической мощи российской страны, которая с трудом могла противостоять предусмотренным санкциям, открывая сценарии, которые могут заключаться в резком падении ее популярности в России. Позиции союзников США вполне предсказуемы, соглашаясь на конкретную возможность создания условий для чуть ли не глобального конфликта; почти все они выразили осуждение по поводу нарушения территориальной целостности Украины и нарушения принципов Устава ООН. Представитель России при ООН, напротив, поддержал решение Москвы защитить русскую этническую принадлежность признанных территорий и то, как давно считается признание, и призвал западные державы не отказываться от дипломатического решения. Украина, со своей стороны, подтвердила свой суверенитет над своими территориями и фактически бросила вызов России в столкновении, которое она, похоже, не способна выдержать. Гораздо более смягчена позиция Китая, который, несмотря на неоднократно заявляемую близость к России, не отступает от своих принципов во внешней политике, выбирая некую равноудаленность и рекомендуя вовлеченным сторонам максимальную осторожность и активизацию дипломатических действий. Помимо неприязни к Соединенным Штатам и одобрения политики России, Пекин показывает, что больше боится последствий глобального экономического кризиса, который может поставить под угрозу экономический рост Китая; однако решение Пекина не играть ведущую роль, прежде всего в усилении умиротворяющих действий, показывает, насколько Китай все еще далек от того, чтобы стать той великой державой на глобальном уровне, которой, по его словам, он хочет стать. Возможность играть руководящую роль, не будучи на стороне одной из двух сторон, а только в пользу мира, могла бы представлять собой испытание, рассматриваемое благосклонно со всех сторон, даже в случае неудачи, наоборот, это боязливое отношение обнажает всю неопытность и неспособность к риску пекинского правительства, которое остается слишком привязанным к экономическим аспектам в ущерб аспектам международной политики. Президент Байден прямо приказал запретить все виды финансирования, инвестиций и коммерческих операций с территориями, захваченными Россией, и это, безусловно, представляет собой первое решение, которое будет предшествовать гораздо более жестким санкциям, которым уже угрожают и которые предусмотрены за решительную позицию России. Что может произойти ниже, предсказать сложно.

對普京決定在烏克蘭東部部署軍隊的反應

在普京宣布承認頓涅茨克和盧甘斯克人民共和國為獨立,公開親俄並因此正式脫離基輔主權之後,烏克蘭要求召開聯合國安理會緊急會議,一個奇怪的巧合是主持會議被俄羅斯淘汰。大多數安理會成員譴責承認和隨後決定在該地區部署部隊,這是入侵烏克蘭領土的第一步,儘管這是莫斯科和基輔之間有爭議的一個。從普京的角度來看,官方承認授權俄羅斯軍隊支持親俄叛亂分子及其民兵,但從國際法的角度來看,這構成了明顯的違規行為,而且這並不是俄羅斯第一次做出這樣的行為。克里姆林宮。莫斯科將其士兵定義為維和人員這一事實加劇了對俄羅斯的判斷,俄羅斯笨拙地隱藏在虛偽的定義背後,這些定義超越了模棱兩可和高品味。接下來的華盛頓聲明開啟了前所未有的一系列制裁,這將涉及所有美國盟友,預計其後果將對世界經濟和一般均衡造成非常嚴重的影響。在不久的將來,普京的意願是確保俄羅斯和烏克蘭之間的緩衝區,以避免大西洋聯盟在俄羅斯直接邊界上的存在,即使基輔的進入一再被拒絕。然而,從布魯塞爾加速克里姆林宮可能會改變這種情況:直到現在,大西洋聯盟一直否認有任何計劃在其成員中接受烏克蘭國家,但這種演變為任何可能的發展開闢了道路。然而,普京的賭博威脅到了俄羅斯國家的經濟實力,俄羅斯幾乎無法抵抗設想的製裁,從而引發了可能包括其在俄羅斯受歡迎程度急劇下降的情景。美國盟友的立場是完全可以預測的,他們同意為幾乎全球性的衝突創造條件的具體可能性;幾乎所有人都對侵犯烏克蘭領土完整和違反《聯合國憲章》原則表示譴責。相反,俄羅斯駐聯合國代表支持莫斯科保護被承認領土的俄羅斯族裔的決定以及承認長期以來的考慮,並敦促西方大國不要放棄外交解決方案。就烏克蘭而言,它重申了其對其領土的主權,並實際上向俄羅斯發起了挑戰,這場衝突似乎無法維持。中國的立場要緩和得多,儘管多次表示與俄羅斯關係密切,但在外交政策上並沒有減損其原則,而是選擇了一種對等距離的方式,並建議當事方採取最謹慎的態度,加大外交行動力度。除了對美國的厭惡和對俄羅斯政治的認可之外,北京表明它更害怕全球經濟危機的影響,這可能危及中國的增長;然而,北京選擇不發揮主導作用,首先是增加安撫行動,這表明中國距離成為它表示希望成為的全球大國還很遠。發揮主導作用的機會,不站在兩黨一方,而只支持和平,可能構成從各個角度看都有利於的考驗,即使在失敗的情況下,反之亦然這種可怕的態度揭示了北京政府缺乏經驗和缺乏風險能力,北京政府仍然過於依賴經濟方面,不利於國際政治。拜登總統已明確下令禁止與俄羅斯入侵地區進行的所有類型的融資、投資和商業交易,這無疑是在俄羅斯採取果斷態度威脅和預見更嚴厲制裁之前的第一個解決方案。下面會發生什麼很難預測。

ウクライナ東部に軍隊を配備するというプーチンの決定に対する反応

ドネツク人民共和国とルガンスク人民共和国が独立していると認めたプーチンの宣言の後、公然と親ロシア人であり、したがって正式にキエフの主権から外された後、ウクライナは国連安全保障理事会の緊急会議を要請しました。ロシアによって。評議会のほとんどのメンバーは、この地域に軍隊を配備するという承認とその後の決定の両方を非難しました。これは、モスクワとキエフの間で争われているものですが、ウクライナ領土侵攻の最初のステップを構成します。プーチンの観点からは、公式の承認は、親ロシアの反乱軍とその民兵に対するロシア軍の支援を承認しますが、国際法の観点からは、それは明らかな違反を構成し、さらに、クレムリン。モスクワが兵士を平和維持者と定義しているという事実は、ロシアに対する判断を悪化させます。ロシアは、曖昧さと美味しさを超えた偽善的な定義の背後に不器用に隠れています。次のワシントン宣言は、前例のない一連の制裁を開始します。これには、すべての米国の同盟国が関与し、その結果は世界経済と一般均衡にとって非常に深刻であると予想されます。近い将来、プーチンの意志は、キエフの入国が繰り返し拒否されたとしても、ロシアとウクライナの間に緩衝地帯を確保し、ロシアとの国境に大西洋同盟が存在することを回避することです。クレムリンは状況を変える可能性があります。これまで、大西洋同盟はそのメンバーの中にウクライナの国を受け入れる計画を持っていることを否定していましたが、この進化はあらゆる可能な発展に開かれています。しかし、プーチンの賭けは、想定される制裁にほとんど抵抗できないロシアの国の経済力を脅かし、ロシアでの人気の劇的な低下からなる可能性のあるシナリオを開きます。米国の同盟国の立場は非常に予測可能であり、ほぼ世界的な紛争の条件が作り出されているという具体的な可能性に同意しています。彼らのほぼ全員が、ウクライナの領土保全の違反と国連憲章の原則の違反について非難を表明した。それどころか、ロシアの国連代表は、承認された領土のロシア民族を保護するというモスクワの決定と、承認が長い間考慮されてきた方法を支持し、西側諸国に外交的解決策を放棄しないよう促した。ウクライナは、その一部として、その領土に対する主権を再確認し、ロシアが持続することができないように思われる衝突で、ロシアに実質的に挑戦しました。中国の立場ははるかに弱体化しており、ロシアとの親密さを繰り返し表明しているにもかかわらず、外交政策の原則から逸脱せず、ある種の等距離を選択し、最大限の慎重さと外交行動の強化に関与する当事者に推奨している。米国への嫌悪感とロシアの政治の承認を超えて、北京は、中国の成長を危険にさらす可能性のある世界的な経済危機の影響をより恐れていることを示しています。しかし、北京が主導的役割を果たさないという選択は、とりわけ鎮静化行動を強化するために、中国が世界レベルでその大国になるにはまだほど遠いことを明らかにしています。両党のどちらか一方の側にいることなく、平和を支持するだけで主導的な役割を果たす機会は、失敗した場合でも、あらゆる角度から好意的に見られるテストを構成する可能性があり、逆もまた同様です。北京政府のすべての経験不足とリスク能力の欠如を明らかにします。それは、国際政治のそれらを損なうために経済的側面にあまりにも結びついたままです。バイデン大統領は、ロシアが侵略した地域とのあらゆる種類の資金調達、投資、商取引を禁止するように明確に命じました。これは確かに、ロシアからの決定的な態度に対してすでに脅かされ、予見されているはるかに重い制裁に先行する最初の解決策を表しています。以下で何が起こるかを予測することは困難です。

ردود الفعل على قرار بوتين نشر قوات في شرق أوكرانيا

بعد إعلان بوتين ، الذي اعترف باستقلال جمهوريتي دونيتسك ولوغانسك الشعبيتين ، الموالية لروسيا علنًا وبالتالي إزالتها رسميًا من سيادة كييف ، طلبت أوكرانيا اجتماعًا طارئًا لمجلس الأمن التابع للأمم المتحدة ، والذي تم ترؤسه لمصادفة غريبة. من قبل روسيا. وأدان معظم أعضاء المجلس كلاً من الاعتراف والقرار اللاحق بنشر القوات في المنطقة ، الأمر الذي يشكل الخطوة الأولى في غزو الأراضي الأوكرانية ، على الرغم من أنها الخطوة المتنازع عليها بين موسكو وكييف. من وجهة نظر بوتين ، يصرح الاعتراف الرسمي بدعم الجيش الروسي للمتمردين الموالين لروسيا وميليشياتهم ، ولكن من وجهة نظر القانون الدولي ، فإنه يشكل انتهاكًا واضحًا ، علاوة على ذلك ، ليس الأول من قبل القوات المسلحة الروسية. الكرملين. إن حقيقة تعريف موسكو لجنودها بأنهم جنود حفظ سلام يفاقم الحكم على روسيا ، التي تختبئ وراء تعاريف نفاق تتجاوز الغموض والذوق الرفيع. يفتح إعلان واشنطن التالي أمام سلسلة غير مسبوقة من العقوبات ، والتي ستشمل جميع حلفاء الولايات المتحدة والتي من المتوقع أن تكون عواقبها خطيرة للغاية على الاقتصاد العالمي والتوازن العام. في المستقبل القريب ، فإن إرادة بوتين هي تأمين منطقة عازلة بين روسيا وأوكرانيا ، لتجنب وجود حلف الأطلسي على الحدود الروسية المباشرة ، حتى لو تم رفض دخول كييف بشكل متكرر. يمكن للكرملين تغيير الوضع: حتى الآن نفى الحلف الأطلسي وجود أي خطط لقبول الدولة الأوكرانية بين أعضائه ، لكن هذا التطور يفتح أمام أي تطور محتمل. ومع ذلك ، فإن مقامرة بوتين تهدد القوة الاقتصادية للدولة الروسية ، التي لا تكاد تقاوم العقوبات المتوخاة ، مما يفتح السيناريوهات التي يمكن أن تتكون من انخفاض حاد في شعبيتها في روسيا. إن مواقف حلفاء الولايات المتحدة يمكن التنبؤ بها تمامًا ، حيث يتفقون على الاحتمال الملموس بأن يتم تهيئة الظروف لنزاع شبه عالمي ؛ وأعرب جميعهم تقريبًا عن إدانتهم لانتهاك وحدة أراضي أوكرانيا وانتهاك مبادئ ميثاق الأمم المتحدة. على العكس من ذلك ، أيد ممثل روسيا لدى الأمم المتحدة قرار موسكو بحماية العرق الروسي للأراضي المعترف بها وكيف تم النظر في الاعتراف منذ فترة طويلة وحث القوى الغربية على عدم التخلي عن الحل الدبلوماسي. أوكرانيا ، من جانبها ، أعادت تأكيد سيادتها على أراضيها وتحدت روسيا عمليا ، في صدام لا يبدو أنها قادرة على الحفاظ عليه. إن موقف الصين أكثر ضعفًا ، والذي على الرغم من قربها المتكرر من روسيا ، لا ينتقص من مبادئها في السياسة الخارجية ، ويختار نوعًا من المساواة ويوصي الأطراف المعنية بأقصى درجات الحذر وتكثيف العمل الدبلوماسي. إلى جانب النفور من الولايات المتحدة والموافقة على السياسة الروسية ، تُظهر بكين أنها أكثر تخوفًا من تداعيات الأزمة الاقتصادية العالمية ، التي قد تعرض النمو الصيني للخطر ؛ ومع ذلك ، فإن خيار عدم لعب دور قيادي ، قبل كل شيء لزيادة عمل التهدئة ، من قبل بكين ، يكشف كيف أن الصين لا تزال بعيدة عن أن تصبح تلك القوة العظمى على المستوى العالمي ، والتي تقول إنها تريد أن تصبح. إن فرصة لعب دور قيادي ، دون أن تكون إلى جانب أحد الطرفين ، ولكن فقط لصالح السلام ، يمكن أن تشكل اختبارًا يُنظر إليه باستحسان من جميع الزوايا ، حتى في حالة الفشل ، والعكس بالعكس هذا الموقف المخيف. يكشف كل قلة الخبرة وانعدام القدرة على المخاطرة لحكومة بكين ، والتي لا تزال مرتبطة بشكل كبير بالجوانب الاقتصادية على حساب السياسات الدولية. أمر الرئيس بايدن صراحة بحظر جميع أنواع التمويل والاستثمارات والمعاملات التجارية مع المناطق التي احتلتها روسيا ، وهذا بالتأكيد يمثل الحل الأول الذي يسبق العقوبات الأشد تهديدًا والمتوقعة بالفعل من روسيا. ما يمكن أن يحدث أدناه يصعب التنبؤ به.