La minaccia atomica in Corea

La tensione tra le due Coree è tutt’altro che superata, siamo in presenza di una continua gara a superarsi nelle provocazioni. Nei giorni scorsi la Corea del Nord aveva espresso una dichiarazione distaccata ma che sembrava chiudere la diatriba; la Corea del Sud non ha desistito dalle manovre ma, anzi ha intensificato l’attività militare con l’uso di missili anticarro, proprio sul confine conteso. A Pyongyang questi ultimi sviluppi sono stati vissuti come una ulteriore provocazione e ne è scaturita la dichiarazione più pericolosa dall’inizio della vicenda: la Corea del Sud, ha minacciato ufficialmente l’uso dell’arma nucleare come strumento di dissuasione a possibili nuove esercitazioni. Sia gli USA che la Corea del Sud, ufficialmente non hanno dato grande peso alla possibilità di ritorsione nucleare, giustificando le esercitazioni militari come normale routine compiuta da uno stato sovrano nell’ambito dei propri confini. Tuttavia c’è da credere che la minaccia nucleare non sia affatto sottovalutata a nessuna latitudine del pianeta, mai come ora dalla fine della guerra fredda, ma senza le garanzie di allora, siamo stati così vicini ad uno scoppio di guerra non convenzionale che contempli l’uso dell’arma atomica.  Sottovalutare la minaccia non è salutare, Pyonyang è governata da un sistema fuori da ogni logica, forse solo la Cina può esercitare la sua influenza ma nel frattempo sarebbe bene che le parti avverse mantenessero un profilo il più basso possibile. L’ONU deve ora giocare un ruolo fondamentale crecando al più presto soluzione che permetta un’uscita onorevole per tutti gli attori, intavolare delle trattative che definiscano in modo definitivo la questione dei confini deve essere la prima priorità da percorrere come anticamera al problema nucleare.

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