Operazioni militari per l'Iran

Teheran alle grandi manovre; quelle inaugurate in questi giorni sono operazioni militari in grande stile per testare al massimo le capacità della difesa aerea iraniana. In particolare gli “esami” riguardano i missili a corta, media e lunga gittata nel quadro del nuovo sistema di difesa dei cieli di Teheran. Queste operazioni appaiono sempre più un tentativo di mostrare i muscoli, politica già intrapresa dal capo di stato iraniano con dichiarazioni più o meno esplicite,  come risposta alle minacce riguardanti la questione della costruzione dell’atomica nel regime degli ayatollah. Inoltre queste manovre sono evidentemente la risposta all’incremento dei depositi degli armamenti americani di stanza sul territorio israeliano. Quella che è in corso è sempre più una guerra di nervi, un logoramento continuo sotto la minaccia di un conflitto in una regione chiave del pianeta  che ha davanti possibili  scenari di portata terribile. Si sta camminando sulla lama di un rasoio, il tira e molla sulla questione atomica rischia, pur essendo fonte reale di preoccupazione per tutti, di essere una porta sull’abisso, le legittime preoccupazioni israeliane rischiano di contribuire allo spezzare la corda della pace. Certamente è comprensibile temere un’escalation da parte iraniana verso il paese della stella di David, il problema adesso è chi farà per primo un qualsiasi sbaglio di portata tale da provocare la reazione dell’altro, innescando così l’irrevocabile. Quale soluzione è possibile? Il deterrente delle armi si basa su di un mini equlibrio del terrore, per ora circoscritto ai confini della regione, una riedizione riveduta e corretta della situazione di stallo degli anni 70-80, ma senza quelle garanzie assicurate da diplomazie efficienti e preparate, peggio ora si è davanti a diplomazie che non si parlano se non attraverso le minacce. E’ urgente coinvolgere maggiormente le nazioni unite nel controllo delle operazioni atomiche iraniane, magari concedendo qualcosa, nel caso siano presenti i presupposti, per le applicazioni pacifiche relative all’energia. Nel contempo è necessario che il processo di pace israelo-palestinese proceda a tappe forzate verso una soluzione condivisa ed accettabile per entrambe le parti, eliminando una delle principali fonti alle quale Ahmadinejad più spesso si appella per attaccare verbalmente Israele.

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