La Francia tenta il riaccredito sulla scena politica internazionale

Parigi accoglie 35 cristiani vittime dell’attentato nella cattedrale di Bagdad, il provvedimento si inquadra nel programma avviato nel 2007 per la tutela delle minoranza iraqene. Aldilà del “beu geste” comunque da apprezzare, il governo di Sarkozy sfrutta e pubblicizza l’occasione per riaccreditarsi di fronte all’opinone pubblica europea e mondiale dopo le aspre critiche guadagnate per l’espulsione dei rom e punta a far leva sul cuore cristiano dell’occidente, il Vaticano, che era stato una delle fonti più decise alla censura dei provvedimenti di espulsione. Sarkozy appare così dondolare tra la critiche e gli apprezzamenti in patria e le stroncature estere, essendo alla ricerca di un consenso totale che difficilmente potrà raggiungere. Inoltre la mossa sembra un disperato tentativo di guadagnare punti almeno sulla scena internazionale dato che quella interna è a saldo negativo per gli scioperi che paralizzano il paese. La difficoltà di ricostruire una immagine internazionale per la Francia passa dal tentativo di giocare la carta religiosa, sempre valida sia sul piano interno, come l’evoluzione della storia francese dimostra, che su quello internazionale per recuperare almeno la parte più sensibile  al sentimento religioso. E’ una mossa che punta anche sulla contrapposizione cristianesimo-islam e che deve fare presa in special modo sulle parti più conservatrici dell’opinione pubblica sia interna che esterna, senza tuttavia correre il pericolo di radicalizzare lo scontro, infatti chi contesterebbe mai un salvataggio? Insomma una bella figura praticamente a costo zero.

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