L'Islanda, un nuovo membro per la UE?

Probabilmente fra un anno l’Islanda potrebbe andare al referendum per entrare nell’Unione Europea; per ragioni culturali dovute all’isolamento fisico del territorio, il popolo islandese è orgoglioso del proprio isolamento, che, negli anni, tenedolo anche un poco in disparte dalla storia, lo ha preservato dalle invasioni e dalle guerre; non da quelle finanziarie, però. La grande crisi finanziaria del 2008 ha messo sotto una luce diversa  questo magnifico isolamento, per molti se ci fosse stata la protezione dell’ombrello comunitario avrebbe mitigato gli effetti nefasti del dissesto che ha duramente colpito l’isola. In Islanda esistono due grandi settori produttivi: l’agricoltura e la pesca; il primo è sempre stato considerato strategico per l’autonomia alimentare del paese, il ceto contadino è geloso custode delle tradizioni del paese e vede l’ingresso in europa come una serie di restrizioni e contingentamenti che ledono l’autonomia del settore, anche la pesca, l’altro settore trainante del paese non vede di buon occhio l’affiliazione all’unione, infatti grazie al deprezzamento della moneta locale sono aumentate le esportazioni incrementando il guadagno del comparto, anche in questo caso le quote ferre comunitarie fanno temere un calo dei guadagni. Gli europeisti portano a favore dell’ingresso in europa i benefici derivanti dai controlli finanziari, dal sostegno alla ricerca, all’energia ed alla sicurezza; ed anche per quanto riguarda le obiezioni dei settori della pesca e dell’agricoltura viene controbattutto che le decisioni di Bruxelles verrebbero comunque concordate con un commissario islandese ed inoltre l’Unione Europea a fronte di contingentamenti della produzione interverrebbe con sussidi e finanziamenti. Per L’Unione Europea si tratterebbe del ventottesimo membro, forse non strategico, ma in grado di proseguire il processo di unificazione in ambito continentale.

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