Europa e rom: il summit bulgaro-romeno

I capi di stato di Romania e Bulgaria hanno dato vita ad un summit sul problema dei rimpatri dei rom in relazione all’entrata in vigore dei loro paesi all’accordo di Schengen. Si tratta del primo incontro del genere trai due paesi coinvolti nei rimpatri forzati decisi dal governo francese. I due capi di stato hanno concordato che stabilire una espulsione sulla base del criterio etnico è inaccettabile, ed inoltre la questione delle minoranze non può essere una materia ostativa all’adesione del trattato di libera circolazione, ma il problema dei rom rimane , l’auspicio è una soluzione a livello europeo che preveda progetti di lavoro, assistenza medica e scolarizzazione dei minori, con le istituzioni comunitarie direttamente coinvolte. Il presidente bulgaro ha sottolineato che quando il rom è stanziale non può essere ritenuto nomade per il solo fatto di appartenere all’etnia rom. Sostanzialmente è stato un incontro positivo a cui occorrerà verificare se le istanze dei due stati saranno recepite dalla UE; politicamente invece si hanno avuti due giudizi differenti causati dall’appartenza partitica dei due presidenti: il premier bulgaro, di provenienza centro-destra ha specificato di non avere avuto problemi con Sarkozy, mentre il premier romeno, di centro-sinistra, ha criticato l’operato francese.

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