Al Qaeda proclama

Al di là dei proclami di Al Zawahiri, che proclama come imminente la vittoria in Afghanistan, è chiaro che dal pantano dove si sono infilate le forze NATO sarà sempre più difficile uscire. La fase militare attuale è caratterizzata dalla situazione di stallo dovuta ai combattimenti che hanno come scenario il “cul de sac” delle valli più interne, dove il nemico è costituito dalle tribù più vicine agli integralisti di Al Qaeda, sono gli stessi avversari che hanno messo alle corde l’armata rossa; psicologicamente sono forti della padronanza del territorio e godono dell’appoggio della popolazione guadagnato in parte con il rispetto, in parte con la minaccia. Anche il Generale Petraeus, capo delle forze NATO, è scettico sull’ipotesi di un ritiro entro il 2011, come già programmato, il suo atteggiamento è più pragmatico ed è volto a ridurre le perdite civili, ben comprendendo che l’eventuale vittoria non può passare solo dall’azione militare ma anche dalla conquista della popolazione civile. Proprio su questo campo si apre la nuova offensiva di Al Qaeda che rivendica come determinante l’azione di aiuto portata ai fratelli islamici pakistani durante le recenti alluvioni, incolpando il governo centrale di furto relativamente agli aiuti internazionali. Diventa sempre più chiaro che l’investimento sempre maggiore dovrà riguardare non solo lo sforzo militare ma il corollario civile che permetta di guadagnare il sostegno della popolazione, e la sua costante difesa, oltre ai cannoni la parte essenziale deve riguardare sempre più le scuole, gli ospedali,  le infrastrutture in generale e la loro pubblicizzazione nel tessuto sociale afgano.

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