Francia-Romania, e la UE?

Continua il braccio di ferro tra la Francia e la Romania per il rimpatrio dei cittadini rom e gli sviluppi del caso sono la richiesta francese all’Unione Europea di impegnarsi affinchè Bucarest usi i fondi destinati a all’inserimento ed all’aiuto della popolazione più disagiata. La Francia tenta  un’ingerenza negli affari interni romeni attraverso la UE? La minaccia di limitare gli accordi di Schengen per la popolazione romena verso la Francia è concreta, d’altra parte la politica oltralpe pare volere colmare anche una lacuna non tanto normativa, quanto “governativa” e di intervento dell’Unione Europea che fino ad ora si distinta con un comportamento pilatesco. D’altra parte il problema della popolazione rom appare difficilmente risolvibile senza intervento super partes: la Francia è determinata nell’eliminare i campi abusivi, trincerandosi dietro anche a ragioni umanitarie condivisibili quali il traffico di esseri umani preda di organizzazioni malavitose e pratiche per la politica del governo Sarkozy che punta, oltre ad eliminare una criminalità indiscutibile, ad accrescere il proprio consenso con operazioni tutto sommato facili (e che consentono anche risparmi economici da gettare sul piatto della bilancia in un momento come questo); in Romania, invece, i rom non sono ben visti e pare di capire che il governo di quel paese preferisca avere i suoi cittadini gitani all’estero ed occuparsi di altre questioni investendo in maniera diversa i fondi che arrivano. In questo quadro l’azione diretta della UE pare doverosa, non solo per assumere il mero ruolo di arbitro della questione, quanto per dirigere e governare in maniera fattiva il problema, banco di prova per problematiche emergenti sempre più simili.

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